La prevalenza dei disturbi dello spettro dell’autismo negli Stati Uniti è attualmente di 1 bambino su 54. Questi numeri così imponenti sono legati ad un concetto di autismo non obbligatoriamente come persona con delle difficoltà marcate e visibili, quanto piuttosto all’autismo inteso come variante del cervello tipico. Lo spettro dell’autismo, è da intendersi quindi come un ventaglio che parte da persone con comportamenti e sintomi che rendono difficoltoso lo svolgimento delle più semplici azioni quotidiane e una conseguente necessità di supporto sostanziale, fino ad includere persone senza compromissione intellettiva e linguistica, ma con un’intelligenza differente ed un peculiare modo di pensare, interagire con gli altri e comunicare.
Conoscere le particolarità del cervello neurodiverso, e più in generale le caratteristiche dell’autismo, non solo in una prospettiva clinica ma includendo anche ciò che le persone in questo spettro descrivono delle proprie caratteristiche e difficoltà, è attualmente il modo più efficace per comunicare e interagire con persone autistiche. Lavorare in questa direzione, in accordo con le linee guida nazionali ed internazionali, permette di intervenire a livello educativo insegnando nuove abilità in maniera rapida ed efficace a bambini, adolescenti ed adulti, e allo stesso tempo permette di intervenire in chiave preventiva e proattiva sui comportamenti problematici e sullo stress e il disagio che impediscono a molte persone con autismo di raggiungere una soddisfacente e dignitosa qualità della vita.